Secondo un report di Accenture, oltre il 40% degli executive nel settore healthcare, considera l’AI come la tecnologia che avrà il maggior impatto nei prossimi 3 anni.

In ambito sanitario, sono già in uso diverse tipologie di intelligenza artificiale, come il machine learning e l’analisi predittiva, mentre un numero sempre più consistente di strutture sta guardando ai chatbot.

Sebbene siano ancora agli inizi, i chatbot stanno già migliorando l’assistenza al paziente oltre a portare significativi risparmi e risultati.

In ambito medico, ad esempio, i chatbot possono essere impiegati nelle procedure di triage e guidare i pazienti per ricevere la giusta assistenza. Infatti, i chatbot sono considerati un’alternativa più affidabile e accurata rispetto alla ricerca “self-service” delle informazioni su Intenet.

Molte persone non sanno quando le loro condizioni di salute richiedono una visita o quando è sufficiente consultare le fonti di telemedicina. I chatbot sono in grado di indirizzare i pazienti verso la sorgente più appropriata.

I chatbot in ambito healthcare raccolgono le informazioni delle persone sulle proprie condizioni di salute e suggeriscono le azioni da compiere. In questo modo supportano gli operatori sanitari, decongestionando gli afflussi presso le strutture o le richieste di contatto diretto.

Grazie all’intelligenza artificiale è possibile attivare procedure di triage, senza intasare i centralini delle strutture ospedaliere. I bot sono in grado di chiedere informazioni rilevanti sui sintomi dei pazienti, che mirano a fornire un quadro esaustivo al personale medico.

Successivamente, i medici possono accedere ai dati attraverso un’interfaccia digitale per determinare quali pazienti visitare con urgenza e a quali dedicare un breve consulto.

Questo aspetto ha assunto particolare rilievo nel corso dell’ultimo anno di pandemia da Covid-19 che ha sovraccaricato le strutture sanitarie mondiali con un’affluenza senza precedenti e che l’uso della tecnologia, dove applicata, ha saputo contenere.

Fuori da scenari di emergenza, i chatbot consentono di accorciare i tempi spesi per recarsi a visita, risparmiare il denaro per trattamenti e test non necessari, accedere con un click a informazioni utili, senza dover attendere al telefono. 

Gli esperti stimano che il risparmio del settore healthcare grazie ai chatbot raggiungerà globalmente i 3,6 miliardi di dollari entro il 2022, riducendo i tempi di attesa in ospedale e le tempistiche di consulto, oltre a mettere in contatto i pazienti con i giusti referenti, aiutandoli a capire le proprie condizioni di salute e le cure da seguire.

Attraverso la chatroom i pazienti possono pianificare i propri appuntamenti in meno di un minuto senza dover attendere in linea l’intervento di un operatore: le persone possono semplicemente selezionare il medico, scegliere uno slot su calendario, inserire le proprie informazioni di contatto e perfino aggiungere informazioni sui propri sintomi, così che il dottore sia già informato al momento della visita. Infine, il bot può inviare messaggi di follow up via testo, e-mail o messaggi vocali per ricordare l’appuntamento.

Ovviamente i chatbot non sostituiscono il medico né l’assistenza al paziente, ma migliorano enormemente l’efficienza della comunicazione e l’assistenza al cliente.

I chatbot in ambito healthcare: il progetto Re-hub-ility

I chatbot in ambito healthcare – Intelligenza artificiale e chatbot rappresentano un valido supporto anche nel settore specifico della medicina riabilitativa, nell’intento di combattere il decadimento fisico e cognitivo dei pazienti più anziani, e di supportare i pazienti coinvolti in percorsi di fisioterapia post ricovero nell’attività di riabilitazione neuromotoria a domicilio. 

Come crafter.ai abbiamo l’occasione di guardare da vicino questo settore, nell’ambito del progetto Re-hub-ility: il progetto di ricerca, finanziato da Regione Lombardia per 3,8 milioni di euro, nell’ambito dei fondi europei del “Programma Operativo Regionale (POR) Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2014-2020”, e guidato dall’ICS Maugeri Spa Società Benefit, con la collaborazione di Università di Pavia, Università Cattolica, Università di Napoli Federico II e un pool di aziende di innovazione sul territorio lombardo, tra cui Athics e dunque crafter.ai.

Il logo Re-hub-ility

Il progetto mette insieme internet of things e intelligenza artificiale al servizio dell’healthcare, e accoglie le sfide della medicina riabilitativa, puntando alla realizzazione tecnologica e sostenibile di una piattaforma per la riabilitazione a domicilio, in grado di ridurre i costi diretti e indiretti a carico del sistema sanitario, ma anche il carico economico dei costi riabilitativi sui pazienti.

All’interno della piattaforma Re-hub-ility lavorano insieme sensori indossabili, exergame e intelligenza artificiale: il percorso di recupero dei pazienti si basa su giochi elettronici a scopo riabilitativo, studiati per far svolgere al paziente precisi movimenti interagendo con un monitor attraverso sistemi di sensoristica indossabili e chatbot.

I chatbot creati con crafter.ai saranno l’interfaccia di virtual assistance del progetto, fornendo la knowledge base attraverso cui dare risposta alle richieste più frequenti dei pazienti, oltre ad agire come veri e propri virtual coach in grado di seguire attivamente le performance dei pazienti, intervenendo in base ai dati di profilo dell’assistito, per favorire l’interazione col programma e verificarne l’aderenza alle terapie.

Tutto questo, grazie al ruolo guida della ricerca psicologica, e in particolare della facoltà di psicologia dell’Università Cattolica di Milano con cui è in corso una stretta collaborazione a supporto dell’intelligenza artificiale, nell’identificazione di fattori individuali e modelli comportamentali, attraverso cui produrre modelli di interazione automatizzata e personalizzata sulla base del profilo utente.

Dopo un ricovero ospedaliero accade spesso che i pazienti vogliano continuare il percorso fisioterapico, ma siano frenati da costi o da difficoltà legate a spostamenti territoriali. Inoltre, i percorsi seguiti in autonomia presso il proprio domicilio, sono spesso caratterizzati da scarsa aderenza alla terapia e impossibilità da parte del medico di verificare. 

La piattaforma Re-hub-ility, oltre a rappresentare un vantaggio per chi è ammalato, rende sostenibile i costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale, che deve fronteggiare i trend demografici del nostro Paese verso l’invecchiamento della popolazione, nei cui riguardi l’intelligenza artificiale apre scenari di supporto e assistenza.

Fonti:

https://topflightapps.com/ideas/chatbots-in-healthcare/

https://codete.com/blog/chatbots-in-healthcare/

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https://crafter.ai/it/2020/12/24/chatbot-nella-gestione-dellemergenza-sanitaria-covid/