Il binomio intelligenza artificiale e risorse umane non è più l’accostamento di due dimensioni apparentemente distinte, ma una processo di trasformazione concreto che sta ridefinendo i processi HR, dal recruiting all’onboarding, dalla formazione alla gestione del welfare.
L’intelligenza artificiale sta cambiando radicalmente la funzione HR, trasformando processi, strumenti e – soprattutto – il modo in cui mettiamo al centro le persone.
Ne abbiamo parlato nel webinar “L’intelligenza artificiale nella funzione HR” con due professionisti che vivono questa trasformazione ogni giorno:
Katja Gallinella, Head of Talent Acquisition Italy, Spain & Branches
Hitachi Rail
Luca Di Benedetto, HR Director, Area Ricerca di Humanitas Research Hospital, Humanitas University

Intelligenza artificiale e risorse umane: non è solo una questione di tecnologia
Combinare intelligenza artificiale e risorse umane non è più un’opzione: è una priorità. Ma non è (solo) una questione di strumenti: è una sfida culturale e manageriale. Come ci ricorda una citazione di Hofstadter, condivisa da Katja Gallinella, è la parte umana a fare la differenza:
“I calcolatori sono per loro intrinseca natura gli esseri più rigidi, privi di desideri e obbedienti che ci siano. Per quanto veloci possano essere, sono tuttavia l’essenza stessa dell’inconsapevolezza.”
Serve dunque una governance consapevole, che sappia:
- guidare il cambiamento e supportare la trasformazione culturale;
- chiarire dove l’AI può essere utile, e dove invece no;
- aiutare le persone a sviluppare nuove competenze e adottare una mentalità aperta all’innovazione.
Dall’automazione alla relazione: come cambia il ruolo dell’HR
L’AI non sostituisce la funzione HR, la potenzia. Libera tempo dalle attività ripetitive e consente ai professionisti HR di concentrarsi su ciò che davvero conta: ascolto, relazione, crescita, benessere e user experience, come sottolinea Luca Di Benedetto:
“La user experience è centrale. Serve un design dei processi HR costruito sugli occhi di chi li vive, non solo su chi li gestisce.”
In questo senso, l’AI permette un cambio di paradigma anche nel recruiting: non è più l’azienda a scegliere il candidato, ma il candidato a scegliere l’azienda. Intelligenza artificiale e risorse umane possono aiutare a rendere questo incontro più trasparente, coerente e inclusivo.
Intelligenza artificiale e risorse umane: use case

Nel corso del webinar i due relatori hanno condiviso progetti e use case applicati all’intelligenza artificiale e risorse umane.
Come spiegato da Katja Gallinella, Hitachi Rail, leader nella mobilità sostenibile e parte dell’ecosistema globale Hitachi, integra nel proprio DNA una forte vocazione al digitale e all’innovazione tecnologica. In Italia, il team HR sta già sfruttando strumenti avanzati come Copilot per semplificare le attività quotidiane e ha recentemente lanciato il progetto Talent Solution, che segna un’evoluzione significativa nell’approccio all’intelligenza artificiale e risorse umane. Il progetto affronta due sfide chiave: supportare i professionisti nella ricerca di opportunità in linea con il proprio profilo, grazie a un sistema di AI integrato in un chatbot intelligente, e offrire ai giovani talenti – studenti, neolaureati e early career – un canale per l’invio spontaneo dei CV, analizzati per future selezioni. L’obiettivo è duplice: migliorare l’esperienza dei candidati e rendere più efficiente il lavoro dei team di Talent Acquisition e HR Business Partner. Il sistema suggerisce ruoli in linea con i CV ricevuti e pone domande orientate ai valori aziendali, favorendo una selezione più mirata e coerente con la cultura aziendale. Una soluzione che non solo ottimizza il processo di recruiting, ma riflette l’anima innovativa e pionieristica di Hitachi Rail nella gestione del talento.
Humanitas ha introdotto, in collaborazione con Athics, un agente AI conversazionale a supporto del processo di onboarding HR, integrato su WhatsApp. Questo chatbot multilingua consente ai nuovi assunti di interagire direttamente tramite l’app di messaggistica, ottenendo informazioni pratiche e vivendo un’esperienza utente fluida e personalizzata. Allo stesso tempo, l’HR può raccogliere in modo strutturato i dati necessari per predisporre la contrattualistica, organizzare il percorso di inserimento e profilare correttamente il candidato, individuandone anche bisogni formativi e preferenze.
Il risultato è un onboarding più rapido ed efficace: un processo che prima richiedeva circa 15 giorni è stato ridotto a poche ore.
Facilitare l’integrazione tra intelligenza artificiale e risorse umane
Se è vero che l’AI porta efficienza e innovazione, è altrettanto vero che può generare curiosità, ma anche incertezza tra i dipendenti. È per questo che è essenziale accompagnare l’introduzione di queste tecnologie con formazione mirata, sensibilizzazione e supporto.
In questo senso, il ruolo dell’HR è chiave: facilitare l’adozione dell’AI, ma anche aiutare le persone a comprenderne rischi, limiti e potenzialità.
E guardando al futuro?
Guardando al futuro, il binomio intelligenza artificiale e risorse umane è destinato a diventare sempre più strategico. Secondo i nostri speaker, le direttrici di sviluppo più promettenti includono l’uso dell’analisi predittiva per anticipare bisogni e comportamenti delle persone, la personalizzazione dell’esperienza dipendente – dai percorsi di carriera alla formazione – e un recruiting sempre più intelligente, capace di rendere le selezioni rapide, inclusive e mirate. L’AI, inoltre, abilita un’automazione avanzata anche nei processi più complessi e offre nuovi strumenti per monitorare in tempo reale benessere e coinvolgimento. A fare da cornice, due pilastri imprescindibili: l’etica e la sicurezza, che devono guidare ogni scelta di governance tecnologica.
L’elemento umano resta centrare, come conclude Katja Gallinella:
“L’intelligenza artificiale non è solo una tecnologia. È una leva per ridisegnare il modo in cui lavoriamo, selezioniamo, formiamo e costruiamo relazioni in azienda. E il vero valore non è nell’algoritmo, ma nelle persone che lo governano.”