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Progettare le conversazioni degli agenti AI (webinar)

Progettare le conversazioni degli agenti AI rappresenta un pilastro fondamentale per garantire interazioni efficaci, naturali e orientate all’obiettivo.

Dai forma alle conversazioni del chatbot: come creare esperienze utente efficaci con Crafter AI

Nel mondo dell’intelligenza artificiale conversazionale, la progettazione dei flussi rappresenta un pilastro fondamentale per garantire interazioni efficaci, naturali e orientate all’obiettivo. È proprio da questo presupposto che ha preso avvio il nostro ultimo webinar, dedicato all’uso del Flow Designer di Crafter AI, con la partecipazione di Roberto Varinelli, Data Scientist di Athics.

Perché progettare un flusso conversazionale?

Lo spunto iniziale è arrivato da un’irriverente scena della serie The IT Crowd, che ha messo in evidenza quanto spesso una risposta non sia sufficiente, e quanto invece sia necessaria una conversazione guidata per arrivare alla soluzione. Questo vale anche (e soprattutto) per gli agenti AI. Per raccogliere informazioni, fare lead generation o aiutare un utente in un percorso decisionale, il chatbot deve porre domande e reagire in base alle risposte.

Cos’è un flusso conversazionale?

Un flusso, spiega Roberto, è una chiacchierata guidata tra un utente e un chatbot, costruita con l’obiettivo di condurre l’utente verso una meta precisa: prenotare una vacanza, ottenere assistenza, lasciare i propri contatti, e così via.

Per esempio, durante il webinar è stato mostrato un caso d’uso in cui un chatbot aiuta l’utente a trovare una vacanza ideale: dalla richiesta di una struttura pet-friendly in Puglia, fino alle domande su servizi disponibili, orari e modalità di pagamento.

Il cuore della progettazione: il Flow Designer

Attraverso il Flow Designer di Crafter.ai, è possibile:

  • Creare conversazioni strutturate, step-by-step;
  • Personalizzare le domande del bot e le relative risposte;
  • Integrare API esterne (CRM, e-commerce, gestionali);
  • Eseguire controlli e condizioni logiche (es. verifica email già presente nel database);
  • Automatizzare la lead generation, raccogliendo dati come nome, email, telefono e orari preferiti.

Un vantaggio cruciale? Non serve essere tecnici. Il Flow Designer è pensato per essere usato anche da chi non ha competenze di programmazione. Inoltre, il sistema di autovalidazione aiuta a evitare errori nella creazione dei flussi.

L’integrazione con l’AI generativa

Un altro tema chiave emerso è il rapporto tra flussi e AI generativa (LLM). Mentre i flussi sono perfetti per guidare l’utente in percorsi precisi e controllati, l’AI generativa entra in gioco nelle conversazioni aperte, dove l’utente pone domande libere e cerca risposte articolate.

I due strumenti convivono nella piattaforma:

  • LLM per la conversazione naturale;
  • Flow Designer per strutturare obiettivi specifici.

Best practice nella progettazione dei flussi

Durante la sessione finale, Roberto ha condiviso alcune regole d’oro per progettare flussi efficaci:

  • Chiarezza e semplicità: i flussi devono essere comprensibili e diretti;
  • Pertinenza: le risposte del bot devono essere rilevanti rispetto alla domanda dell’utente;
  • Tone of voice coerente con il brand;
  • Opzioni guidate, ma con spazi per input personalizzati;
  • Chiusura con follow-up o azioni concrete (es. contatto con operatore umano).

I flussi servono ancora, anche nell’era di ChatGPT?

La domanda finale è stata forse la più stimolante: “Con l’evoluzione di ChatGPT, servono ancora i flussi?”

La risposta è chiara: sì, più che mai. Per quanto potente, l’AI generativa da sola non basta quando serve raccogliere dati strutturati, rispettare una logica conversazionale o collegarsi a sistemi esterni. I flussi danno forma, struttura e scopo alle interazioni, e resteranno centrali nella progettazione dei chatbot.